Benvenuti nella capitale italiana della cultura 2022.
Le origini del nome dell’isola si perdono tra realtà e leggenda. Tra le ipotesi più suggestive c’è quella che fa derivare il nome Procida dal greco “proketai” cioè giace; infatti se si guarda attentamente la morfologia dell’isola ci si accorge che essa sembra giacere coricata e sdraiata nel mare. Procida, con una superficie di circa 4 kmq, è la terza in ordine di grandezza delle isole partenopee. Venuti la prima volta, si ritorna sempre volentieri. Oggi come ieri, Procida è un susseguirsi di casette colorate, antichi palazzi, vedute mozzafiato, vigneti, limoneti, spiagge sabbiose e uno splendido mare blu .Procida è un vero set cinematografico a cielo aperto , infatti è stata scelta come location da svariati registi per oltre 35 pellicole di rilievo , soprattutto per i suoi panorami e la sua architettura tipica mediterranea: tra questi si possono citare, come esempi, Il postino, con Philippe Noiret e Massimo Troisi, Il talento di Mr. Ripley, con Matt Damon. Francesco e Nunziata con Sophia loren, Giancarlo Giannini, Raul bova, con la regia di Lina Wertmuller . Inoltre Il Castello D’Avalos fornisce invece l’ambientazione per il carcere del film drammatico Detenuto in attesa di giudizio, con Alberto Sordi. A solo un’ora da Napoli e mezz’ora da Pozzuoli, ti ritrovi su un tranquillo isolotto di poco meno di 4 km², tra i limoni, il sole, il mare e il pesce fresco in tavola. Le case dai colori pastello, impacchettate l’una sull’altra, le navi in movimento, le strade tortuose, le spiagge e il mare sempre blu accolgono i turisti e rapiscono lo sguardo. Nessuno di coloro che hanno compreso lo spirito, selvaggio e accogliente allo stesso tempo, di quest’isola di navigatori che ha esplorato il mondo, è quindi in grado di separararsene completamente. Un pezzo di loro vive ancora tra queste baie, sogna ancora queste grotte, respirando l’aria fresca del mare a Procida.
Non è un’isola, non è una roccia, è un gioiello appoggiato sul mare.
Non lontano dai porti di Napoli e Pozzuoli e vicino alle isole di Capri e Ischia, l’isola di Procida è sorprendente, forgiata dalla forza della natura che qui ha espresso il meglio. Il fascino di questo posto è così forte che presto, senza nemmeno accorgertene, ti ammali di Procida e quando esci non vedi l’ora di tornare e quando torni ti senti come se non fossi mai andato via… Solo in un posto così bello potrebbe sorgere il nostro hotel dominato dalle imponenti rovine del “Castello D’Avalos”, situato nel centro storico, a pochi minuti dal mare e dal porto di Marina Grande. L’isola era già descritta, in epoca classica, tra gli altri , da Juvenal, Stazio e Virgilio. Nella letteratura vernacolare, Procida divenne la scena della sesta novella del quinto giorno del Decamerone di Giovanni Boccaccio, dove sullo sfondo della guerra dei Vespri, si narra l’amore di Gian da Procida, nipote di Giovanni da Procida, in “Giovane Restituta”. Ancora più recente è il romanzo “Graziella” scritto da Alphonse de Lamartine, (che è stato adattato in un film nel 1955), giunto a Procida dalla Borgogna durante la prima metà del 19° secolo. Nel 20° secolo viene invece celebrata “l’isola di Arturo” (1957), una delle opere principali di Elsa Morante, scrittrice a cui è dedicato un premio letterario, assegnato nell’isola per diversi anni. Andando al cinema, Procida è stata scelta come set cinematografico per un gran numero di film, principalmente per i suoi panorami e la sua tipica architettura mediterranea: tra questi possiamo citare, come esempi, “Il postino”, con Philippe Noiret e Massimo Troisi , “Il talento di Mr. Ripley”, con Matt Damon. “Francesco e Nunziata” con Sophia loren, Giancarlo Giannini, Raul bova, diretto da Lina Wertmuller. Inoltre il “Castello D’Avalos” fornisce invece l’ambientazione per la drammatica prigione del film “Detenuto in attesa di giudizio” con Alberto Sordi. Procida, con una superficie di circa 4 chilometri quadrati, è la terza per dimensioni delle isole partenopee. Una volta che vieni per la prima volta, tornerai sempre volentieri. Oggi come ieri, Procida è piena di case colorate, antichi palazzi, panorami mozzafiato, vigneti, limoneti, e poi spiagge sabbiose, insenature, sentieri, stradine, natura, mare blu, gabbiani, profumi, colori e sapori.
Procida a Pasqua è una meta da non perdere: tra feste, celebrazioni, passeggiate alla scoperta delle sue architetture tipiche, girovagando alla ricerca di scorci mozzafiato, Un prezioso fazzoletto di terra, Procida, che ha saputo custodire i suoi tesori, accompagnando chi lo visita in una dimensione unica che da sempre affascina poeti, letterati, artisti e registi che hanno girato qui pellicole di grande successo. Durante la Settimana Santa, dalla sera del Giovedì Santo alla sera del Venerdì Santo, si svolgono le processioni più belle e importanti: assolutamente da non perdere per la grande suggestione che le caratterizza, tanto da essere considerate le più scenografiche e intense di tutto il Mediterraneo. Quella di Venerdì Santo a Procida è la più famosa e suggestiva. I “misteri” – carri rappresentanti scene della bibbia – sono creati e portati attraverso le strade dai giovani Procidani. Quasi un terzo della popolazione procidana partecipa alla processione. Essa aveva luogo per la prima volta nell’anno 1627, introdotta dalla confraternita dei Turchini. La notte del Giovedì Santo si veglia la statua del Cristo Morto fino all’alba, i “misteri” vengono tenuti secreti finché non vengono portati a Terra Murata la mattina. Il percorso della processione è lo stesso da secoli: per primo marciano bandiere rappresentanti le varie confraternite e tromba, seguono i “misteri”, poi le fanciulle con i fiori e i bambini vestiti di nero – gli “angioletti” portati da loro padri – che accompagnano una statua della Madonna Addolorata, vestita a lutto. Infine arriva il “Cristo Morto” La statua del Cristo Morto, un’opera di Carmine Lantricene (1728), termina in modo impressionante la processione. La processione dura tre ore e inizia la mattina verso le sette. Le statue nel pomeriggio tornano in processione all’Abbazia di San Michele Arcangelo in cima a Terra Murata, mettendo in scena la cosiddetta cerimonia dell’ “Agonia”. Le celebrazioni del Venerdì Santo di Procida si chiudono, infine, la sera con una fiaccolata che riporterà in processione la statua del Cristo Morto nella Chiesa di San Tommaso d’Aquino.
Prenotare direttamente è meglio, scegli il sito ufficiale, scegli la qualità. La prenotazione diretta ti dà accesso a servizi esclusivi e ti garantisce un rapporto preferenziale con la struttura. Scopri le tariffe uniche e i vantaggi esclusivi nella prenotazione dal nostro sito web ufficiale!